La storia

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La storia del pilates

La storia di Joseph Pilates è una fonte d’inspirazione. Dopo aver sofferto nel corso dell’infanzia di gravi malattie, si reinventò come guru della salute, attraversò l’atlantico per evitare di lavorare per un regime politico di cui diffidava e aprì uno studio a New York in cui insegnò il metodo che egli chiamò Contrologia, ma che noi chiamiamo Pilates.

Joseph Hubertus Pilates nacque nel 1883 a Dusseldorf, in Germania. Da bambino, soffrì di una miriade di disturbi che distorsero il suo corpo, fermandone la crescita: si racconta che abbia sofferto di rachitismo, febbre reumatica e asma e si temeva che potesse essere soggetto alla tubercolosi, che era causa di un alto tasso di mortalità in quell’epoca pre-antibiotica.

Pilates era dell’idea di curarsi con l’esercizio fisico e lavorò intensamente per sviluppare il proprio fisico.

Oltre alla ginnastica, amava le immersioni e lo sci. Intorno ai 18 anni iniziò pugilato e l’allenamento di autodifesa.

Nel 1912 si trasferisce in Inghilterra dove aggiunge alla lista delle sue abilità l’arte circense.

Lavorò per Scotland Yard, allenando gli agenti in autodifesa e, allo stesso tempo, allenò il pugile Max Schmeling, dedico quegli anni e la sua intera vita alla forma fisica.

Joseph Pilates e la prima guerra mondiale (1914-18)

Quando iniziò la prima guerra mondiale nel 1914, Pilates venne internato come nemico straniero prima a Lancaster e poi, verso la fine della guerra, nell’isola di Man.

Mentre si trovava in quei campi, sviluppò le sue idee sulla salute e la forma fisica e incoraggiò gli altri internati a seguire il suo sistema.

Sull’isola di Man, lavorò in ospedale per soldati feriti. Fu lì che inventò un metodo di allenamento che prevedeva l’uso di molle attaccate alle estremità del letto, che permetteva ai pazienti di recuperare la tonicità muscolare senza compromettere le aree ferite.

Tra il 1918 e il 1919 una pandemia influenzale flagellò l’Europa, uccidendo 20 milioni di persone.

E’ interessante notare che nessuno dei pazienti con cui Pilates aveva lavorato venne colpito dall’infezione, sebbene fossero feriti e avrebbero dovuto essere perciò più vulnerabili.

Molti attribuirono la loro sopravvivenza al programma di allenamento che avevano seguito.

Joseph Pilates e gli anni del dopo guerra

Dopo la guerra, Pilates ritornò in Germania, dove ebbe il primo contatto ravvicinato con la danza ed egli si rese conto che la collaborazione con questo mondo poteva essere fruttifera: per i ballerini era importante che il corpo si muovesse in modo preciso quando sottoposto a grande stress ed erano costantemente a rischio di infortunio, rischio che Pilates poteva insegnare loro a prevenire e curare.

Nel 1925 in Germania vennero aperti decine di centri sportivi.

La fama di Pilates si diffuse e ottenne un contratto per allenare la polizia.

Nel 1926 il pugile Max Schmelling, vecchio cliente di Pilates, si stava per trasferire a New York e il suo manager propose a Pilates di lavorare in uno studio in città se li avesse seguiti e avesse continuato ad allenare Max. Pilates accettò e all’età di 42 anni si preparò a iniziare una nuova vita.

Joseph Pilates e il trasferimento in America

Durante il viaggio attraverso l’atlantico, nell’aprile del 1926 Pilates conobbe un giovane donna di nome Clara, si innamorarono, si sposarono e divenne il suo braccio destro negli USA, lavorando con lui nello studio e assistendolo nella pubblicità e nelle comunicazioni.

Il manager di Schmelling trovò uno studio per Pilates all’8 Avenue e Pilates iniziò l’ardua impresa di cercare di attrarre abbastanza clienti per guadagnarsi da vivere durante la Grande depressione. Intorno a lui, le aziende andavano in bancarotta e le banche fallivano ma, in qualche modo,  Pilates resistette e la sua fama si diffuse.

Mentre le vocisul suo lavoro si diffondevano nel mondo della danza, attrasse nuovi seguaci, tra cui Ron Fletcher, Hanya Holm, Merce Cunningham e Martha Graham.

L’arte della Contrologia

Pilates pubblicò un solo libro, Return to life Through Contrology (Ritorno alla vita attraverso la Contrologia), pubblicato nel 1945.

Qui, approfondisce i principi delineati in Your Health e fornisce una lista di 34 esercizi su tappetino, che i lettori possono eseguire a casa per riprendere il controllo dei loro corpi. “Idealmente i nostri muscoli dovrebbero obbedire alla nostra volontà”, scrive.

“Ragionevolmente la nostra volontà non dovrebbe essere dominata dal riflesso dei nostri muscoli”.

Tutt’oggi è possibile vedere alcune pellicole di Pilates mentre esegue la sequenza dei suoi 34 esercizi originali, che mostrano come il sistema fosse faticoso ed intenso rispetto allo stile di pilates che oggi viene insegnato più frequentemente.

E’ importante ricordare che Joseph Pilates considerava il suo metodo come un modo di vivere e un percorso verso una completa salute piuttosto che solo una serie di esercizi, un approccio olistico e un processo che accompagni nella vita, piuttosto che solo un regime di attività fisica.

Joseph Pilates, secondo alcuni, è morto come un uomo disilluso, conosciuto ed apprezzato da un numero relativamente piccolo di persone.

Quando Pilates non ci fu più a proteggere le sue idee, alcuni dei suoi seguaci fusero i suoi metodi con i propri, creando dei nuovi ibridi.

Oggi, in Occidente, molte più persone lavorano al computer, si usa più l’auto invece di camminare e si passano ore seduti davanti alla TV. Tutto questo fa sì che, oggi, le assenze per malattie siano spesso dovute a problemi alla schiena, poiché i muscoli si restringono per la postura errata e la mancanza di movimento.

Non c’è dubbio che se Pilates fosse ancora vivo oggi, continuerebbe ad adattare gli esercizi per assimilare le conoscenze moderne e affrontare i problemi attuali e permetterebbe di insegnare a suo nome solo a chi avesse ricevuto una formazione completa sui suoi metodi aggiornati.

Oggi esistono diversi stili di pilates, alcuni più faticosi, altri più leggeri, e ci sono diverse varianti degli esercizi originali, così come infiniti esercizi nuovi.

Gli stili attuali possono essere divisi in “approccio da repertorio”, che segue gli esercizi originali di Pilates, e “pilates moderno”, più personalizzato

Il manager di Schmelling trovò uno studio per Pilates all’8 Avenue e Pilates iniziò l’ardua impresa di cercare di attrarre abbastanza clienti per guadagnarsi da vivere durante la Grande depressione. Intorno a lui, le aziende andavano in bancarotta e le banche fallivano ma, in qualche modo,  Pilates resistette e la sua fama si diffuse.

Mentre le vocisul suo lavoro si diffondevano nel mondo della danza, attrasse nuovi seguaci, tra cui Ron Fletcher, Hanya Holm, Merce Cunningham e Martha Graham.

Nel 1925 in Germania vennero aperti decine di centri sportivi.

La fama di Pilates si diffuse e ottenne un contratto per allenare la polizia.

Nel 1926 il pugile Max Schmelling, vecchio cliente di Pilates, si stava per trasferire a New York e il suo manager propose a Pilates di lavorare in uno studio in città se li avesse seguiti e avesse continuato ad allenare Max. Pilates accettò e all’età di 42 anni si preparò a iniziare una nuova vita.

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